La pandemia ha richiesto a ogni artista enormi sacrifici. Ognuno ha dovuto rimettersi in gioco, riqualificarsi, ripensarsi.
Ora si comincia a intravedere la fine e tutto questo lavoro di cambiamento potrà avere la propria consacrazione, potrà essere presentato al pubblico, giudicato e scandagliato, diventare materia di studio e materiale di lavoro, in perenne cambiamento.
Mi sono chiesto, in questi mesi, cosa tenere e cosa buttare, intendiamoci, non si butta via niente, però si abbracciano nuovi progetti e, fatalmente, quelli vecchi vanno in archivio. In archivio ho mandato un po’ tutte le cose che non mi divertivano più, perché questo lavoro è bello e lo si può fare bene solo se ci si diverte, altrimenti diventa una sofferenza. Ho fatto nuove scelte.
La prima: Jannacci, un autore che ho sempre amato e che mi ha dato tanto, con cui sono cresciuto, i cui testi conosco a memoria fin da quando, da ragazzo, cantavo a squarciagola le sue canzoni ascoltando i suoi dischi. Un uomo di una umanità straordinaria, visionario, surreale, eccezionalmente profondo.
Con l’amico artista Maurizio Carrara ho costituito il DUO NEBBIA, chitarra, sax e voci. Insieme abbiamo costruito lo spettacolo “Ho visto un re!”, show in divenire che racconta di Jannacci, di Milano, di musica, di teatro, di riso e di pianto, senza mai prenderci troppo sul serio. Da qui e dal fatto di lavorare insieme è nato poi un altro progetto sulla musica popolare e su quella delle osterie, nel quale ci siamo lasciati amabilmente trascinare, un progetto itinerante, musica da passeggio che ogni tanto, quando trova buone orecchie e bocche cooperanti si ferma per cantare tutti insieme, questo è “Quater Pass in musica”.
E poi ci sono io, da solo.
Durante questo lungo periodo mi sono scritto e arrangiato basi su cui suonare il sax e, nel breve periodo finestra dello scorso anno in cui la pandemia ci ha dato tregua, ho sperimentato il progetto “Affacciati alla finestra, c’è la musica!” con un tour nei cortili delle case popolari del Municipio 8 di Milano, che ha prodotto il progetto. Progetto che ripropongo anche quest’anno, è stata una bellissima esperienza, affascinante e formativa, e che sta suscitando molto interesse perciò continuerà.
E poi, e poi, e poi mille idee mi frullano nella testa, mille musiche da scrivere e da suonare, mille progetti per una storia ancora da scrivere appena metteremo il punto a questa triste storia che si chiama pandemia.
